Lo sgarro alimentare per molti è sbagliato. Con esso si intende la mancata osservanza della propria dieta alimentare. A mio avviso parlare di sgarro alimentare è pericoloso perchè rischia di etichettare come sbagliata, proibita e punibile qualsiasi tipo di uscita sporadica e temporanea dalle proprie abitudini alimentari.
Chi segue un’alimentazione restrittiva, monotona e poco bilanciata tende ad avvertire con maggior frequenza il desiderio di uno sgarro alimentare. Questo perché mangiare non soddisfa solo un bisogno fisico ma anche emotivo. Se il bisogno legato al puro piacere di mangiare un certo alimento non viene soddisfatto nell’immediato, il desiderio di quell’alimento cresce a tal punto che la persona dovrà necessariamente soddisfarlo, cadendo in modalità poco funzionali (ad esempio abbuffandosi).
Sgarro o abbuffata?
Spesso si fa confusione tra questi due termini, utilizzandoli come sinonimi. In realtà lo sgarro alimentare è ben diverso da un’abbuffata alimentare. Quando parlo di abbuffata intendo “l’introduzione frequente di un quantitativo elevato di cibo in un tempo ridotto”. L’abbuffata è uno dei campanelli d’allarme che segnala la presenza di un disturbo dell’alimentazione (approfondisci qui). E’ caratterizzata da:
- impulsività
- perdita di controllo
- solitudine
- senso di vergogna e di colpa
- svalutazione di sè
Dieta come stile di vita
Dal greco “dìaita”, si definisce dieta uno stile di vita caratterizzato da un’alimentazione equilibrata, volta a soddisfare le esigenze fisiologiche, psicologiche e relazionali dell’organismo attraverso l’appagamento dei sensi, il rispetto della tradizione del territorio e dei ritmi di vita quotidiana.
Informarsi su cosa fa bene alla nostra salute e cosa no ci rende mangiatori consapevoli ed attenti rispetto all’assunzione quotidiana di cibo. Questo concetto, però, non deve condurci nel grande errore di categorizzare a priori un cibo come totalmente “buono” oppure “cattivo. Una pizza non è uno sgarro alimentare, è “una pizza”. Un gelato non è uno sgarro alimentare, è “un gelato”. Se, nel complesso, la nostra alimentazione è bilanciata e non abbiamo particolari patologie organiche non è un pasto fuori dall’ordinario che mette a rischio la nostra salute. Solo un’eccessiva frequenza dei cosiddetti “sgarri” potrebbe farlo!
Se ascolto e vario, non sgarro
Se impariamo ad ascoltare i nostri segnali corporei ed a variare il cibo che scegliamo, nel rispetto delle nostre esigenze fisiche ed emotive, non avvertiremo la necessità di sgarrare, di uscire con frequenza ed esagerazione dal nostro piano alimentare. Questo perchè tale piano sarà flessibile e tollerante. Ci permetterà di andare in vacanza ed approcciarci in modo libero e curioso a cibi locali mai assaggiati prima, senza eccedere. Ci basterà il giusto per sentirci appagati e grati per quel che abbiamo assaporato.
Se avverti di avere regole alimentari rigide che ti impediscono di variare nel quotidiano la tua alimentazione, se alcuni cibi ti spaventano oppure se tendi ad attribuirti giudizi negativi quando esci dai tuoi schemi alimentari contattami per un consulto.