“I miei buoni propositi per il nuovo anno sono…”
Alzi la mano chi, con l’inizio del nuovo anno, non abbia pronunciato questa frase oppure non abbia scritto (o solo pensato) la propria lista dei buoni propositi cioè delle intenzioni che reputano possano migliorare la propria vita nel nuovo anno. Quando le persone decidono di cambiare si percepiscono come più forti, più fiduciose e meno spaventate. Eppure, accade con frequenza che, dopo poche settimane o pochi mesi, le persone smettano di perseguire gli obiettivi che si sono dati. Perchè?
Cosa non permette di mantenere i buoni propositi
I buoni propositi possono rappresentare uno stimolo, un’opportunità per avvicinarsi al proprio sé ideale ma è importante non formularli in modo ingenuo. Infatti, spesso scegliamo propositi poco realizzabili, che richiedono uno sforzo al di sopra delle nostre reali possibilità o capacità. Si possono anche scegliere propositi non adatti alla nostra persona ed al momento di vita che stiamo vivendo. O ancora, possiamo non avere preso in considerazione la possibilità di gestire eventuali ostacoli o difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi posti.
Cosa si può fare?
Facendo riferimento al libro “Fattore 1%” di Luca Mazzucchelli, due sono gli ingredienti essenziali per realizzare i buoni propositi:
- avere una grande motivazione
- agire con piccole azioni
E’ fondamentale che ogni buon proposito sia per noi significativo. Cosa vuol dire? Significa che abbia per noi senso, che sia per noi importante, che ci interessi e che concorra a migliorare il nostro benessere generale. Tutto ciò che risulta distante dai nostri interessi o limitante verrà lasciato nella lista senza essere seguito. Puoi chiederti: “Questo obiettivo mi avvicina ad un’ideale di me che mi fa stare bene?”.
E’ importante che ogni buon proposito sia realizzabile, cioè che tenga conto dell’impegno che richiederà in termini di tempo, denaro, organizzazione, stati d’animo prodotti. Meglio un buon proposito semplice, chiaro e misurabile.
Una volta individuato il proposito è bene definire le piccole azioni che possono avvicinarci gradualmente a quell’obiettivo. Potrebbe risultarti utile scomporre il tuo obiettivo in micro-obiettivi al fine di individuare il primo passo da compiere oppure potrebbe risultarti efficace procedere a ritroso, partendo dall’obiettivo finale. Ricorda che ogni piccola azione, se ripetuta nel tempo, produce un forte impatto. Ad esempio, se il tuo obiettivo è quello di migliorare la tua alimentazione, fare uno spuntino mattutino con un frutto anziché con una brioches confezionata può rappresentare un primo passo verso l’instaurarsi di una sana abitudine che, a poco a poco, integrerai nella tua vita.
Altro aspetto importante può essere quello di avere un compagno di buoni propositi, cioè una persona alla quale comunicare i nostri buoni propositi e che può supportarci anche semplicemente con la sua presenza.
Considera gli insuccessi
Tieni presente che potranno esserci degli intoppi che rallenteranno il tuo percorso. Ciò è del tutto normale e non prova il fatto che il cambiamento sia inutile o impossibile. Gli ostacoli possono segnalarci la necessità di “aggiustare il tiro” riadattando un poco il nostro percorso per renderlo più sostenibile e fonte di benessere generale.
Cambiare è un processo complesso che necessita, come abbiamo visto, di molteplici ingredienti che puoi imparare a mischiare tra loro. È un processo lento che richiede pazienza, responsabilità ed impegno ma è un processo possibile.
Se ti trovi in una condizione di impasse, contattami per un consulto.