La fame emotiva viene anche chiamata fame nervosa. È un disagio alimentare molto diffuso, ma che solo poche persone sono consapevoli di manifestare.
La fame emotiva viene spesso confusa con un grande appetito, perché porta a mangiare oltre il senso di sazietà. Questo desiderio di mangiare non parte dallo stomaco, ma è connesso a particolari emozioni che la persona fatica a gestire. Al posto che indagare le loro cause e cercare come affrontarle, è più facile trovare un modo alterativo per lasciare che si sfoghino. La fame nervosa è proprio questo canale, perché il cibo diventa un mezzo sempre a disposizione per placarle, anche se solo per un sollievo temporaneo. Per questa stretta correlazione con le emozioni, la fame nervosa è detta anche emotional eating, ovvero fame emotiva.
Quali emozioni provocano la fame emotiva?
Solitamente le emozioni da cui scaturisce la fame nervosa sono quelle che vivi negativamente. Le principali sono:
- la tristezza
- l’ansia
- la paura
- la solitudine
- la rabbia
Non tutti siamo fatti allo stesso modo e ci sono persone che hanno difficoltà a riconoscere e accettare queste emozioni negative. Nella maggior parte dei casi, la fame emotiva non genera grosse ripercussioni sulla vita quotidiana. Se invece dovesse capitare, occorre rivolgersi a uno psicologo alimentare. Non bastano la famiglia o gli amici, il cui supporto è sicuramente benefico, ma si ha bisogno di un professionista che possa lavorare con te e aiutarti a trovare le giuste risorse mentali e comportamentali per affrontare e gestire queste emozioni.
Tutti possono essere vittime della fame emotiva. La fame nervosa non fa distinzioni e può colpire sia le persone in sovrappeso sia quelle normopeso.
Quali cibi mangia chi soffre di fame emotiva?
Generalmente è improvvisa e pretende di essere subito soddisfatta. Per questo motivo si riversa su cibi pronti da mangiare, come un pacchetto di patatine, una confezione di biscotti, un set di snack o di merendine. A volte potrebbe direzionarsi anche su un mix di dolce e salato, come una tavoletta di cioccolato consumata insieme a una manciata di arachidi.
Alla base di questa fame emotiva raramente c’è solo una carenza nutrizionale. Non hai voglia di mangiare una torta per riequilibrare gli zuccheri nel sangue. Non sei spinto a sgranocchiare i pistacchi per riparare a una carenza di iodio, zinco, sodio e acidi grassi essenziali. Tutto questo è dovuto soprattutto al bisogno di appagarti emotivamente.
Come si affronta la fame emotiva?
Il punto di partenza per affrontare la fame emotiva è quello di accettare di avere una difficoltà e contattare qualcuno che possa aiutarti.
Rivolgendoti a uno psicologo alimentare, avrai la possibilità di riflettere sui significati e sulle funzioni attribuite all’atto dell’alimentarsi. Comprenderai i tuoi blocchi mentali e comportamentali. Prenderai confidenza con la gestione delle emozioni e saprai prevenire le ricadute di fame emotiva. Ti saranno forniti gli strumenti per escogitare strategie nuove e personali per un rapporto più equilibrato con il cibo e con te stesso.
Potrai intraprendere questo cammino sia individualmente, sia in gruppo con altre persone che soffrono di fame nervosa e confrontarti con loro.