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Disturbi alimentari e adolescenza: un fenomeno in costante crescita

Disturbi alimentari e adolescenza sono un binomio sempre più consolidato. Secondo una ricerca condotta dalla Fondazione Veronesi, i dati ci raccontano di un fenomeno in costante crescita, arrivando a ipotizzare che almeno 5 milioni di italiani soffrano di disturbi alimentari e che la maggior parte di essi stia attraversando l’adolescenza, periodo di cambiamento e forte stress. Di questi il 90% sono ragazze di circa sedici anni, che soffrono di bulimia, anoressia e BED (Binge Eating Disorder). Tuttavia, nonostante circostanze difficili, gravi complicanze e senso di disperazione, dai DA si può guarire. Questa è la potente affermazione della Giornata Mondiale dei Disturbi Alimentari 2023 che, quest’anno, nella data della celebrazione, parla soprattutto ai giovani attraverso la campagna online #RealPeople (PersoneReali) #RealRecovery (GuarigioneReale).

Qual è la correlazione tra disturbi alimentari e adolescenza?

I disturbi alimentari, anche quando si manifestano durante l’adolescenza, non dipendono da una sola causa. Sono infatti molteplici e di varia natura i fattori che, in situazioni di fragilità personale, possono concorrere a compromettere il rapporto che una persona ha con il cibo. Nel caso dei disturbi alimentari durante l’adolescenza, può influire la pressione sociale alla quale i giovani sono esposti, resa ancor più drammatica in ragione dei modelli estetici proposti dai social network. Talvolta invece sono le aspettative consapevoli e/o inconsce della famiglia o del sistema scolastico a giocare un ruolo rilevante. Ad esempio, ritmi frenetici quotidiani, richiesta di performance sportive sopra le proprie possibilità e obbligo di voti eccellenti possono trasformarsi in fattori di stress insopportabile.
Anche la solitudine vissuta durante la pandemia ha influito negativamente sugli adolescenti. Contro la propria volontà, hanno dovuto interrompere ogni attività sociale in presenza e, quando possibile, accontentarsi di coltivare le proprie relazioni in modalità virtuale. Le conseguenze del disagio psicologico provato in quel periodo sono evidenti: nel post lockdown i DA sono aumentati del 45% tra gli adolescenti e l’età media d’esordio per queste patologie si è abbassata di due anni rispetto al pre-pandemia.

disturbi alimentari e adolescenza
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Giornata Mondiale sui Disturbi alimentari: perchè si parla di #RealPeople #RealRecovery?

Giunta all’ottava edizione, la Giornata Mondiale sui Disturbi Alimentari ha l’obiettivo di promuovere una consapevolezza globale: i disturbi alimentari sono malattie serie, che possono colpire chiunque a prescindere da genere, cultura, età, peso, status economico, dalle quali si può guarire. Il 2 giugno questo messaggio verrà diffuso in 45 nazioni attraverso eventi, dibattiti, installazioni e testimonianze di persone reali che sono riuscite a ristabilire il proprio benessere psicofisico, sconfiggendo il disturbo alimentare che le affliggeva. Le loro voci saranno d’esempio per tutti ma soprattutto per chi attraversa la sofferenza di uno o più disturbi alimentari durante l’adolescenza. Condividendo le loro storie sui social, tramite gli hashtag #RealPeople #RealRecovery, potranno dimostrare a ragazze e ragazzi di tutto il mondo che, tramite un percorso terapeutico, è possibile lasciarsi alle spalle quel rapporto disfunzionale che si ha con il cibo e la propria immagine corporea.

Psicoterapia, disturbi alimentari e adolescenza

Quando è ravvisabile una connessione tra disturbi alimentari e adolescenza? Se il cibo viene sminuzzato in bocconi molto piccoli e i pasti si prolungano oltre il necessario, se stare a tavola provoca fatica, se i rapporti sociali diminuiscono, se le lamentele sul proprio aspetto fisico sono sempre più frequenti: tutti questi “se” possono essere segnali d’allarme per le famiglie di ragazzi e ragazze con possibili DA. Intervenire con prontezza con un percorso di psicoterapia è importante per aiutare i più giovani, un passo alla volta, a sviluppare la propria autostima e a prendersi cura di se stessi all’interno di un contesto relazionale sano, liberi da ossessioni sul cibo e sul proprio corpo.